venerdì 23 gennaio 2015

SATURI DI GRASSI.... FIN DENTRO LE ARTERIE!

Dopo lo zucchero ed il sale, ecco la terza "droga" della nostra alimentazione, che crea dipendenza al pari delle altre e, come queste, contribuisce alla degenerazione del nostro stato di salute, portando obesità, diabete, malattie cardiovascolari e cancro.
L'assunzione di grassi pare scatenare la produzione di endocannabinoidi all'interno del nostro intestino, a detta degli esperti, che generano non solo dipendenza ma aumentano la voglia di mangiare ancora, stimolando l'appetito e facendocene desiderare sempre di più; i cibi grassi, infatti, interferiscono con il meccanismo fame-sazietà tra stomaco e cervello, dando vita a questa reazione. Inoltre, annche in questo caso, come avviene per lo zucchero, si attiva un meccanismo di gratificazione legato alla loro assunzione, che può dare vita a vere e proprie "crisi di astinenza", con annessi rischi di ricadute ancor peggiori (è il caso del famoso effetto yo-yo legato alla perdita di peso).
In questo testo non tratterò i grassi idrogenati, cui riserverò un articolo a parte; dobbiamo quindi distinguere tra i due tipi di acidi grassi naturali presenti negli alimenti: saturi ed insaturi. Per spiegare brevemente la differenza chimica tra i grassi saturi e quelli insaturi, basti sapere che quelli saturi sono incapaci di creare legami con altre molecole, mentre quelli insaturi presentano uno o più doppi legami che gli permettono di essere maggiormente digeribili dal nostro organismo, tra questi troviamo i celebri omega 3, 6 e 9; inoltre, i grassi saturi generalmente hanno una maggior resistenza alla temperatura ed all'ossidazione, proprio per questa loro maggiore compattezza.
I primi si trovano soprattutto negli alimenti di origine animale (ed in percentuali maggiori), mentre i secondi si trovano sia nei vegetali che non; al nostro corpo, in quantità minime, sono utili entrambi (ad esempio, organi come il cuore ed i reni sono ricoperti da uno strato di grasso di protezione), ma la bilancia pende fortemente verso quelli insaturi, che risultano meno dannosi per il nostro organismo rispetto agli altri. Un eccesso di quelli saturi, infatti, contribuisce all'aumento dei livelli di colesterolo cattivo (LDL) e diminuisce il senso di sazietà (per il meccanismo che abbiamo visto prima di interferenza delle trasmissioni tra stomaco e cervello), aumentando il rischio di obesità e quello di patologie quali ictus e infarto, poichè determina la formazione delle placche lipidiche a livello delle coronarie e dei vasi cerebrali. E' inoltre comprovato che attraverso l'esubero di grassi saturi aumenti l'incidenza di tumori al colon, al retto e all'intestino. Con questo non si vuole necessariamente dicotomizzare i grassi in buoni e cattivi, semplicemente nel limitarne l'assunzione in generale, meglio utilizzare qualche accorgimento in più per limitare ulteriormente in percentuale tra i due quelli saturi. E' utile infine usare un accorgimento nel consumo di quelli insaturi, combinandoli alla vitamina E, in quanto coadiuvante al loro mantenimento (i grassi insaturi si ossidano più facilmente, e la vitamina E contrasta il processo di ossidazione).


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